Non so perché, in questo buio che circonda, mentre penso a ciò che scriverò di questo viaggio, ho gli occhi umidi…
Mentre ritrovo il calore dei luoghi consueti e ammiccanti, delle quotidiane lotte contro il tempo, che fugge via scontato, ripenso a quelle tende…
A quegli uomini che aspettano…
A quelle famiglie, di notte beffate di giustizia, di giorno illuse di libertà…
A quegli occhi bambini, tenuti lontani con amore, dall’odio…
A quei soldati, trasformati dall’umano contatto, ma pure dall’umana conoscenza, in ex nemici… da complici di un terrorismo finto-indipendentista, etnico-razziatore, delinquente e fascista, svasticheggiante assassino, prezzolato o fanatico che differenza fa, poi ripulito nella ridicola polizia del Kosovo…
Da complici di tutto questo, quei soldati sono diventati deterrente alla violenza e confortevole sicurezza. Per villaggi e monasteri.
Proprio per questo, andranno via, lasciando “giustizia e sicurezza” nelle mani nel neo-Nato-narco-Stato.
Quanta giustizia riceveranno quei volti, così determinati a vivere nella loro terra?
E quale sicurezza potrà rendere, a quegli sguardi, più coraggio di vita?
Fanno paura, tanta determinazione e coraggio!
Fa paura, quel non volersene andare, quel resistere, ad ogni costo, quell’attendere ai propri diritti. Negati, rimandati, posticipati, nascosti, prepotentemente ignorati. E repressi.
Hanno bisogno di stare soli, non vogliono contaminazioni, i monoetnici abitanti del nuovo Kosovo "libero e indipendente"!
Libero di cacciare serbi, da sempre in quelle terre, indipendente da nessuno, preda di mafie, malaffare, Usa e basi Nato...
Hanno paura di Rade, anziano signore ormai solo, insieme ai suoi cani, che offre rakija e sorrisi. Amari, ma leali e sinceri…
Hanno paura di suor Isidora, anziana monaca di Gorioć, che aspetta il nuovo giorno legata alla sua fede, che non l’ha mai abbandonata al dubbio…
Hanno paura di Anastasija, piccola principessa nelle braccia, calde e certe, di sua madre…
Si, qualcuno ha paura dei serbi in Kosovo.
Non sono bastati bombardamenti Nato in appoggio, le più imponenti diplomazie al mondo acclamanti… potenti lobby americane a sostegno... propaganda globale e soldi, tanti… no, ancora non riescono a liberarsi dei serbi e dei loro simboli.
Come i monasteri, molti già distrutti, spesso più isolati dei villaggi, accerchiati dall’odio rancoroso e villano, in balia e vittime del revisionismo a orologeria, che ne vorrebbe la cancellazione dalla memoria.
Sono tornato a voi.
Quanto siamo simili, cocciuti di ideale, d’una convinzione, di un puntiglio!
Scopro perché amo la vostra esistenza, il vostro orgoglio, la vostra fierezza.
Il vostro testardo e invincibile fruire del tempo. A voi, a me, il tempo non sconfigge certezza. A voi, a me, il tempo non sconfigge idea. Rimaniamo così, anche soli, se necessario. Ma privi del compromesso, che vuole in cambio l’anima. Siamo simili, ci siamo riconosciuti. Resteremo testardi. E invincibili.
1 commento:
purtroppo.. tutte quelle persone.. io le vedo già tutte morte
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