Io sto con Assad!
Lo so, non è una bella compagnia.
Molti oppositori politici sono stati rinchiusi nelle sue carceri, torturati, ammazzati. E io non posso non ricordarli, non stare dalla loro parte, non piangerli e non esprimere tutta la mia solidarietà. Anche perché molti di loro, la maggioranza, erano e sono comunisti. Ecco perché, spesso, i fascisti si schierano, a loro dire, dalla parte della Siria. Ipocriti. Da sempre funzionali al potere, quello vero e reale, creano confusione per fare basso proselitismo e nascondere il loro vero volto, subdolo e strisciante.
Anche se può risultare controproducente, dalla parte del torto, impopolare, la scelta è d’obbligo. Per chiarezza, per capirci e far capire. Per necessità di comprensione. E allora, io oggi sto con Assad, dalla parte, cioè, di chi è bombardato.
Così come fu con Saddam, con Milošević, con Gheddafi. Non sono così stolto da unirli nel giudizio politico, per carità. Ma il loro ruolo va in ogni caso equiparato, perché dalla parte sbagliata nel momento sbagliato.
Lo so, non è una bella compagnia.
Molti oppositori politici sono stati rinchiusi nelle sue carceri, torturati, ammazzati. E io non posso non ricordarli, non stare dalla loro parte, non piangerli e non esprimere tutta la mia solidarietà. Anche perché molti di loro, la maggioranza, erano e sono comunisti. Ecco perché, spesso, i fascisti si schierano, a loro dire, dalla parte della Siria. Ipocriti. Da sempre funzionali al potere, quello vero e reale, creano confusione per fare basso proselitismo e nascondere il loro vero volto, subdolo e strisciante.
Ma proprio per questo, sono convinto che gli stessi oppositori,
ammazzati nelle carceri, non avrebbero voluto che la loro Siria, per la quale
hanno tanto lottato, pagando un prezzo inaudito, fosse lasciata allo sbando di una guerra (in)civile e dei
bombardamenti, feroci, ai quali la Nato ci ha abituato.
Mi dispiace, ma non si scende a compromessi con la guerra.
Allora c’è solo una cosa da fare: scegliere da che parte
stare.Anche se può risultare controproducente, dalla parte del torto, impopolare, la scelta è d’obbligo. Per chiarezza, per capirci e far capire. Per necessità di comprensione. E allora, io oggi sto con Assad, dalla parte, cioè, di chi è bombardato.
Così come fu con Saddam, con Milošević, con Gheddafi. Non sono così stolto da unirli nel giudizio politico, per carità. Ma il loro ruolo va in ogni caso equiparato, perché dalla parte sbagliata nel momento sbagliato.
Prima di oggi, chi sapeva cosa faceva Assad o come viveva il
popolo siriano? Pochi.
Gli stessi martiri del suo regime non avrebbero voluto i
milioni di profughi e le migliaia di morti di questi due anni. Non avrebbero
voluto, perché sapevano bene che questo apparente interesse da parte di alleanze
esterne non è certo mirato alla libertà del popolo siriano, alla giustizia,
all’autodeterminazione ma al suo annientamento.
In Iraq, in ex Jugoslavia, in Serbia, In Kosovo e Metohija,
in Afghanistan, in Palestina, in Libia… il popolo continua a pagare con
malattie terribili le bombe cadute a scopo “umanitario”, a scopo “liberatorio”,
allo scopo di “salvaguardare i diritti umani!”. Si salvaguardano così i diritti
umani, ad esempio, in Iraq? Quanta gente è morta dopo Saddam? Sarebbe morta con
Saddam al potere? No, mi sento proprio di dirlo. No.
E in Libia, da dove ancora partono le zattere dei disperati
alla ricerca di futuro, quanto futuro è stato azzerato? A quanta gente? Colpa
di Gheddafi? No, mi sento proprio di dirlo. No.
E se non si fosse alimentato in modo spregevole e
strumentale la guerra civile in Siria, le migliaia di morti ci sarebbero state?
E i milioni di profughi? No, mi sento proprio di dirlo. No!
Della Serbia non dico. Ex Jugoslavia, ormai è così. Il
Kosovo in mano ai narcotrafficanti, la Serbia in mano agli speculatori di
professione, finti manager di impresa che ti riducono sul lastrico in poche
ore. E le persone muoiono come mosche. Regali dei passati bombardamenti, che
non si scordano di te anche dopo anni. Tumori, anemie, leucemie, disoccupazione.
Ma tutti stanno zitti, che è meglio.
Basta. Inutile continuare.
Inutile continuare a cercare la pace rimanendo schiacciati
fra apparenti parti in causa. C’è solo una parte in causa. La folle rincorsa alle
risorse e al potere mondiale, che miete vittime senza più ritegno alcuno.
Per tutto questo, volente o nolente io oggi sto con Assad,
devo stare con Assad. E col popolo siriano, che morirà sotto i bombardamenti
che nessuno saprà fermare. Nemmeno, soprattutto, quando saranno cessati.
Nessun commento:
Posta un commento