A Genova c'ero.
Ho visto la violenza assurda, istintiva e pianificata, ho visto ragazzi cantare, ballare, sulle ali di un sogno... un altro mondo è possibile! Li ho poi visti avviliti, impauriti, umiliati dalla mattanza. Distribuivo volantini, parlavo di Iraq, dove nessun altro mondo hanno reso più possibile. Ma i robocop avanzavano, facevano paura, la gente scappava, bruciano gli occhi, la pelle, i sogni. E c'era un ragazzo che, come me, amava Manu Chao, ed era al suo concerto la sera prima di morire. Oggi, ancora una volta, la coscienza di questo paese ribadisce di non conoscere vergogna. Nè giustizia. Non ce ne era bisogno, lo sapevamo già.
Ho visto la violenza assurda, istintiva e pianificata, ho visto ragazzi cantare, ballare, sulle ali di un sogno... un altro mondo è possibile! Li ho poi visti avviliti, impauriti, umiliati dalla mattanza. Distribuivo volantini, parlavo di Iraq, dove nessun altro mondo hanno reso più possibile. Ma i robocop avanzavano, facevano paura, la gente scappava, bruciano gli occhi, la pelle, i sogni. E c'era un ragazzo che, come me, amava Manu Chao, ed era al suo concerto la sera prima di morire. Oggi, ancora una volta, la coscienza di questo paese ribadisce di non conoscere vergogna. Nè giustizia. Non ce ne era bisogno, lo sapevamo già.
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