IL 10 dicembre scorso, all'università di Tor Vergata, dalle 9 di mattina si sono svolte le prove scritte per le progressioni verticali dalla categoria C alla categoria D, per tutto il personale non docente che ne aveva fatto motivata richiesta.
Circa 400 persone hanno affollato un'aula della facoltà di Economia, come si fosse trattato di un incontro sulla situazione economica del paese o del mondo intero. Insomma, una platea importante...
E invece, come direbbe il ministro Brunetta, era una platea di fannulloni incalliti.
Che, accattoni!, stavano lì solo per giocarsi la possibilità di poter incrementare il proprio salario, la propria carriera, la propria pensione... e si perché così, un domani, uno se ne va in pensione con una categoria economica superiore!
C'erano tutti, tanti si sono rivisti lì dopo anni, altri si erano proprio dati appuntamento.
"Mi raccomando, stiamo vicini, che così ci diamo una mano!"
Tra chi pensava di essere una colonna dell'università, tra chi colonna ci si è ritrovato suo malgrado, tra chi non ci pensa nemmeno a essere colonna, sono state consegnate le buste con le prove da eseguire. 30 quiz ai quali rispondere in 30 minuti.
Quiz su "Chi firma mandati di pagamento nei dipartimenti?", oppure su "A chi spetta l'iscrizione a un master di I livello?" oppure su "Chi approva il bilancio preventivo di Ateneo?"... tutti hanno avuto le loro risposte. Molte sbagliate, molte giuste.
Il mio 24/30 è stato deludente, lo confesso. Ma avevo studiato davvero poco, mentre c'era gente che aveva studiato tanto e che il suo 30/30 se lo è portato, giustamente, a casa. Ma la cosa più straordinaria è avvenuta alla fine.
Chi aveva finito il compito, non se ne andava, nonostante gli inviti della commissione... e circondava chi non aveva ancora finito il suo, di compito. Si, rimaneva attorno a chi non aveva ancora imbustato tutti i fogli con le risposte e i propri dati con le buste etichettate. No, stavano ancora tutti lì e davano consigli, aiuti, risposte. Magari non tutte giuste, anzi!... qualcuna proprio sbagliata ma, insomma!, erano consigli sinceri, venivano dal cuore, verso chi stava andando nel panico. Era solidarietà.
Perchè a un collega, in quel momento tuo simile, non puoi rifiutarti di dare una mano e non importa se, poi, prenderà più di te. No, devi!, aiutarlo. E così, capiterà che il tuo aiuto farà avanzare quel tuo collega proprio di un punto avanti a te. Ma che importa? E' così che deve essere, alla faccia di chi sporca queste persone, tutti noi, con l'insulto. Gratuito, insolente, avvilente.
Perchè c'è una solidarietà così forte in questo paese e nel mondo in generale... una solidarietà che, purtroppo, si esprime solo nei casi di estrema necessità... una solidarietà che accomuna quasi tutti... non tutti, certo, ma quasi!, tutti... quasi... una voglia di sentirsi parte di un unico grande gruppo, di una grande forza, inconsapevole ma maggioritaria, apparentemente divisa ma, invece, eccezionalmente unita, che meriterebbe ben altri rappresentanti, ben altri scenari, ben altri risultati.
E che meriterebbe pure che quel "quasi" fosse per sempre, una volta per tutte, cancellato.
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