La letterina che vi invio, arriva da Kraljevo, in Serbia, dove con molte famiglie di sfollati e profughi della guerra "umanitaria" del 1999, alla quale attivamente partecipammo come paese Italia, passeremo il capodanno.
Ci saranno cibo e bevande, allegria e musica, le trombe e le grancasse di una orchestra Rom e lo spumante (italiano...). Mancherà qualche mamma, che manderà solo i propri figli, che hanno diritto a festeggiare.
Si, qualche mamma mancherà, perchè da quel solo apparentemente lontano 1999 non ha più il suo uomo accanto. Rapito, fatto sparire, ammazzato e sepolto in una fossa comune, di quelle che non sono state "scoperte" dalle missioni internazionali firmate Nato-Usa. L'Italia avrebbe poi partecipato alla guerra, in difesa degli assassini di quell'uomo, uno fra tanti.
Mancherà anche qualcuno che, in questi anni, si è ammalato, chissà, forse a causa dell'uranio impoverito, chi potrà mai dirlo? Certo, non le commissioni istituite dal nostro paese, che hanno detto che tutto è a posto, quasi che nulla sia successo.
E invece, qualcuno di quegli ammalati, tanti, troppi, sempre di più, mancherà alla festa. Ma andremo avanti lo stesso e comunque, per non dimenticare e non far dimenticare. Proprio come insegna la musica di quelle orchestre per matrimoni e funerali. Vita e morte, gioia e dolore, sorrisi e lacrime.
Tempo di auguri, tempo di buoni propositi, tempo di letterine. Ma anche di memoria, da tenere sempre sveglia. Auguri a tutti voi.
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