Si è parlato di dieci anni fa, ieri in ambasciata della repubblica di Serbia in Italia. Dieci anni fa, la guerra, che avrebbe bombardato, fra i tanti obiettivi militari e non, il palazzo della televisione jugoslava con dentro molti operatori fra i quali 16 persone che rimasero uccise. Si è detto che quelle persone sono state ammazzate due volte ma, forse, non sono d'accordo. Le bombe hanno nomi e cognomi e non ammettono distrazioni o concorsi di colpa. E si è detto pure che quello poteva essere obiettivo reale perchè la televisione faceva propaganda al dittatore Milosevic ma, forse, non sono d'accordo. Milosevic, dittatore anomalo, novello Hitler che lasciava alle opposizioni il governo delle maggiori città serbe... che lasciava manifestare tutti i giorni contro se stesso, senza polizia a caricare i manifestanti come accadrebbe in un qualunque democratico stato occidentale... che lasciava il potere dietro una sommossa detta troppo in fretta popolare contro la legge elettorale che prevedeva il turno di ballottaggio... e che si è fatto ammazzare, lui solo, da un tribunale davvero troppo speciale... No, non sono d'accordo.
Se la propaganda può essere motivo per ricevere bombe allora, a quel tempo, in Italia un vero dio, se fosse esistito, ci avrebbe fulminato all'istante. Perchè la propaganda di guerra veniva fatta ogni giorno, in modo sistematico e scientifico, preparando coscienze sulla necessità di bombardare. Il gioco era truccato, bisogna non dimenticarlo mai. Registi nemmeno tanto occulti, uomini di Nato e di Cia riuscivano a manipolare a loro piacimento l'andamento del teatrino delle marionette politiche italiane. Allora, come ora...
Nel frattempo, il Kosovo è diventato un narcostato, le mafie fanno affari, la Serbia è in ginocchio e l'Albania chiede di appropriarsi dei monasteri ortodossi, mentre il circo degli illusionisti organizza viaggi nella terra dei misteri, dove puoi assaporare, dicono..."l'atmosfera del monastero ortodosso e dei monaci coi loro canti, e la poesia del minareto musulmano, perchè il Kosovo è la terra non solo della violenza ma della convivenza e della coesistenza...".
Maledetto gioco di equilibrismo che tutto nasconde, tutto salta e tutto dimentica, come se nulla fosse mai successo. Intanto la gente continua a morire di guerra. In Serbia, ora, in Jugoslavia, prima... La Jugoslavia, da dove tutti, uno a uno, si sono staccati lasciando Serbia sola. Con i problemi della Jugoslavia. Profughi, sfollati, malati, disoccupati, fabbriche disfatte, lavoro e dignità calpestati. In tutto questo, ancora multietnica. Intanto, a Bond Steel, ex Kosovo, c'è la più grande base americana, pardon... della Nato!... in Europa, che su di noi veglia.
Guarda il caso, in un posto nemmeno sfiorato dai bombardamenti. Forse lo sapevano già che lì non avrebbero bombardato, inquinato, distrutto, devitalizzato? Si, lo sapevano già.
Sapevano che truccavano il gioco. Ma noi, nei rari incontri, facciamo finta di dimenticarlo. E andiamo avanti.
No, il vero scempio è questo. Lo scempio della devastazione delle parole, città che cambiano nome, calpestando la propria storia con il circo degli illusionisti che si accoda, nel nome dell'equidistanza. Così le città si chiamano col nome albanese, città serbe, diventano albanesi in tutto. La parola Liberazione, usata per eserciti di terroristi ammaestrati, corrotti, criminali che non dovevano liberarsi da nessun invasore, da nessun esercito nemico, perde di significato. Ci si può, quindi, liberare dalla storia, dalla tradizione, dalla cultura, da una terra che non ci piace più.
Ormai il circo è partito, non si fermerà. La vera lotta andrebbe condotta nello smascherare questi circensi. Sono loro che stanno continuando il gioco sporco e truccato della guerra, iniziato molto più di dieci anni fa. Questo lo sanno molto bene le donne rimaste vedove già nel 1998, a guerra lontana, i loro mariti fatti a pezzi da eserciti criminali che chiamavano di Liberazione. Scempio dello scempio.
2 commenti:
ciao ale, queste sono le motivazioni per cui quella sera ce ne siamo andati in grande anticipo. e scusa se non siamo venuti a salutarti... la serata sta prendendo una brutta piega e non era neanche presente fulvio grimaldi che poteva dare l'unico contributo di verità... i vari ennio remondino che erano lì mi hanno riconfermato come siamo messi male con l'informazione... ok, sarebbe da parlarne per ora, lo faremo davanti ad un bel bicchiere di vino.
ciao, a presto!
daniele
Un po' ho immaginato... avrei voluto dire qualcosa dopo, ma non è stato possibile.
Penso sia una battaglia persa, uno ci prova lo stesso, ma...
Aide, Ziveli!
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