martedì 12 ottobre 2010

Non voltiamo la faccia!

La Serbia non esce bene da questa serata calcistica.
In mondovisione, i serbi sono apparsi di nuovo i "temibili nazionalisti selvaggi" che tremare il mondo fanno! Ma quella rabbia ha una casa. E quella casa sta nello scippo che i Serbi hanno subito da chi, al governo in Serbia oggi, colluso con l'occidente, sta svendendo la propria anima. Il Kosovo, cuore della Serbia, è lontano, con il patriarca ortodosso, paragonabile al nostro papa, costretto a insediarsi alla chetichella nel patriarcato di Pec, appena tollerato dal governo del Kosovo "liberato" dalla Nato, retto da mafia e narcotrafficanti. Il Fondo Monetario Internazionale, l'FMI, presta soldi che servono a finanziare le imprese estere (come la Fiat che espropria la Zastava, la Fiat dell'apparentemente italiano e fido Marchionne, uomo in realtà dell'americanissima Philip Morris!!!). Le bombe del '99 sono ormai dimenticate, quei morti e quei profughi offrono storie che non riempiono le cronache, troppo impegnate nel descrivere il nuovo look delle varie attricette da strapazzo, quelle si, degne delle nostre odierne e democratiche, attenzioni, il tutto condito da un omicidio assurdo e l'altro, parte del nostro amato occidente.
Ma in Serbia si organizza il Gay Pride, cosa "assolutamente prioritaria" nella Serbia di oggi, assurda provocazione che non poteva che dare i risultati che ha dato. Ma gli USA si congratulano con la polizia serba, per le capacità a proteggere i "diritti umani" nel proprio paese. Nuove violenze si prospettano all'orizzonte, contro altri diritti...
Ai bambini serbi, che non erano allo stadio stasera, così come quei tanti loro coetanei italiani che la retorica dei telecronisti di Rai1 (assurdi, inadeguati e ignoranti al punto da scambiare il segno delle tre dita dei calciatori serbi come un invito a non far perdere la partita per tre a zero!!!) continuava a incensare, non resta molto da sperare per il futuro. Nonostante questa triste serata, però, io continuo a stare con i Serbi. C'è una Serbia che non ci sta, anche se il suo volto, stasera, non era certo accattivante e accomodante. Una Serbia che non vuole entrare in Europa, perchè dall'Europa si sente tradita, defraudata, umiliata. E' una triste serata perchè preoccupante per il futuro, che temo foriero di nuove stagioni di violenza. Ma quella violenza ha una casa. Il mio è un invito. A non voltare la faccia.

venerdì 1 ottobre 2010

Alla vigilia dell'intronizzazione del nuovo patriarca della chiesa ortodossa serba, Irinej, che avverrà (salvo imprevisti) domenica 3 ottobre nel patriarcato di Pec, in Kosovo e Metohija, la situazione nella regione è, a dir poco, esplosiva.
Un bell'articolo di Tommaso Di Francesco oggi, venerdì 1 ottobre 2010, in ultima pagina de il manifesto, ci offre il reale quadro di quello che sta accadendo.
Compratevi il giornale, che versa in condizioni economiche difficilissime, uno dei pochi che non ha mai abbassato la guardia sui problemi e sulle ingiustizie nei Balcani. Questo dovrebbe essere un merito...
Alessandro

p.s. E ricordo a tutti anche il libro e il documentario L'Urlo del Kosovo, per dare una mano anche a Un Ponte per... e per diffondere un lavoro lungo, oscuro, ma così prezioso per tante persone dimenticate!
(per ordinare: http://www.unponteper.it/bottega/description.php?II=315&UID=20101001092102