lunedì 18 giugno 2018

Vuk i Sivi Orao...

Pare sia vero che tu non ci sia più. Pare sia vero che non si può più ricominciare. Caro fratello, ancorché romanista (tu dicevi lo stesso di me, laziale...)... caro fratello Vuk, ci siamo persi per strada. Non ricordo nemmeno bene i perché e i come ma oggi, che ho saputo che non ci sarà più tempo per nulla, ti piango. Abbiamo fatto tante cose insieme, condiviso tanti momenti, di rabbia e di sorrisi, di canti e di lacrime, per i nostri amici serbi, per la nostra amata Serbia. Pensavo che da qualche parte, un giorno o l'altro, ci saremmo ritrovati. Ma poi, a volte, il tempo non ti da più tempo. E torni a capire il valore di un gesto, di una parola, di una foto.
La sai una cosa? Ti voglio bene. Non te l'ho mai detto, ma tu lo sapevi. Qualcosa di grande ci ha unito e, forse, quella complicità sta proprio tutta dentro questa foto. Arrivederci, Stefano, fratello Vuk. Vidimo se. Ja sam Sivi Orao i ne mogu da te zaboravim.




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Vuk e Sivi Orao (Lupo e Aquila Grigia) durante una visita al centro di accoglienza per profughi dal Kosovo di Vitanovac, vicino Kraljevo, Serbia (agosto 2005)

lunedì 4 giugno 2018

Ciao, Gilberto.


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Apprendiamo con dolore della scomparsa dell'amico e compagno Gilberto Vlaic, fondatore dell'associazione di Trieste "Non Bombe ma solo caramelle". 
Dai bombardamenti sulla Jugoslavia del '99 è stato a fianco degli operai della Zastava automobili di Kragujevac, bombardata con particolare accanimento dalla Nato, con conseguenze pagate da migliaia di lavoratori e dalle loro famiglie. Per tutti questi anni è stato la loro voce, il loro "ponte" solidale, non lasciandoli mai soli e continuando a trasmetterci informazioni preziose sulla loro vita e sulle loro difficoltà.
Ci siamo conosciuti in questi anni, come poteva essere altrimenti fra le rare realtà che hanno avuto a cuore la Serbia del dopo aggressione Nato!
Ci siamo incontrati la prima volta con la storia del piccolo Luka, da ricevere con la mamma all'aeroporto di Fiumicino, a Roma e da portare a Siena, per curare una grave malattia agli occhi. Da allora abbiamo realizzato anche dei progetti insieme, di quel periodo c'è traccia nel nostro documentario "L'Urlo del Kosovo".
Poi abbiamo continuato per le nostre strade, diverse ma che portavano e hanno continuato a portare sempre in Serbia, fra i dimenticati, fra coloro che ci descrissero in modo sommario e spesso partendo da posizioni in mala fede, come nemici. Col tempo, in molti, anche grazie a persone come Gilberto, hanno dovuto ricredersi. A questo mondo, troppe volte l'apparenza finisce per scambiare le vittime con gli aguzzini e viceversa.
Che la terra ti sia lieve, caro Gilberto. I "tuoi" bambini sono cresciuti o stanno crescendo. Staranno bene.
(Alessandro e tutta l'associazione Un Ponte per...)