venerdì 23 maggio 2014

Ora, si fanno i conti. Aiutateci a farli tornare.

 

 
 
 
Ormai da giorni la Serbia, ma pure la Bosnia, nella parte serba e parte della Croazia, stanno vivendo una delle più drammatiche alluvioni mai viste. Pochi chilometri a sud di Belgrado, a Obrenovac, il fiume Sava, grande affluente del Danubio è straripato all’improvviso travolgendo per chilometri tutto l’entroterra. Ma tutta la parte ovest della Serbia, in particolare la valle della Morava, è stata colpita dall’alluvione. Pensare al Danubio e alla Sava come a una tragico connubio, proprio loro che a Belgrado, alla confluenza, davanti alla fortezza di Kalemegdan danno vita a una delle immagini più belle di quella che è la vera Europa, proprio non ci riusciamo. Tutto è iniziato giovedì scorso, 15 maggio.

 
Subito si sono attivati i mezzi di protezione civile, l’esercito, tantissimi volontari. A Obrenovac avevano chiesto tremila volontari, se ne sono presentati settemila. In Italia, i giornali, sia cartacei che televisivi, si sono accorti del disastro solo giorni dopo, quando già molti aerei russi, ad esempio, avevano effettuato scarichi di ogni tipo, da generi alimentari a vestiario.
 
 
 
A poco è servita ai nostri mezzi di (dis)informazione la vittoria di Novak Djoković agli internazionali di tennis al Foro Italico di Roma e la sua dedica immediata, istintiva, commossa a favore del suo popolo ma anche del popolo bosniaco e croato. Eppure, in quelle ore stava succedendo qualcosa di straordinario: una gara di solidarietà fra tutti gli stati della ex Jugoslavia.
 
 
 
Fatta eccezione per gli albanesi del Kosovo, che anche in questa occasione si sono distinti in quello che a loro viene meglio, la pratica dell’odio antiserbo, sembrava davvero veder rinascere la cara, vecchia Jugoslavia, in tutto quel frenetico invio di aiuti, questi si!, umanitari.  Eppure, da noi non se ne è parlato se non quando proprio costretti. Così, anche il nostro governo ha voluto partecipare, certo con tempismo e generosità piuttosto diversi dai giorni dei bombardamenti, di cui proprio in questi giorni ricorre il 15.o anniversario (vedi: http://www.unponteper.it/un-tesoro-pericolo/).
 
All’epoca, non vennero lesinate bombe, missioni aeree, come pure  cospicuo fu l’invio di truppe di terra che entrarono in Kosovo e Metohija dopo gli accordi di pace di Kumanovo, truppe che, sotto l’egida Nato della Kfor (Kosovo force) ancora sono presenti in loco, col compito, a volte in maniera davvero singolare, proprio di salvaguardare e proteggere quei monasteri serbo-ortodossi che, durante i 78 giorni di bombardamenti, erano “patrimonio del nemico!”. 300 mila euro, stanziati dal nostro governo per l’elemosina a Serbia e Bosnia. Eppure, afferma il ministro Mogherini, che ha annunciato una sua visita ai paesi colpiti ma solo, bontà sua, quando assumerà la presidenza UE: I Balcani sono una priorità per il governo italiano”.
Alla faccia della priorità! Con le dichiarazioni, siamo evidentemente rimasti al ’99, con gli stanziamenti no. Avessero invertito la cosa, per Serbia e Bosnia, ogni problema sarebbe risolto!
 
Invece, come ci raccontano dalla Croce Rossa di Kraljevo, da giorni impegnata nell’emergenza drammatica da affrontare “Per tornare alla situazione economico-sociale di giovedì scorso avremo bisogno di anni!
Nella sola zona di Kraljevo, dove Un Ponte per... è attivo da 15 anni, sono rimasti tagliati fuori dai collegamenti numerosi villaggi. Tanti ponti, soprattutto i più piccoli, distrutti. Strade divelte, campi coltivati devastati, frane  e fango che hanno raggiunto anche un metro di altezza, acqua che è arrivata fino al primo piano delle case, fogne rotte che si sono mischiate con le acque delle inondazioni uccidendo animali da cortile e da allevamento e portandone anche dal fiume. Ora, si temono epidemie, c’è un odore cattivo ovunque, con gli insetti, zanzare in primis, a farla da padroni.
 
Per usare un parallelo con l’aggressione Nato del ’99 e con i bombardamenti, paradossalmente la vera tragedia nascerà adesso, col defluire delle acque, così come la tragedia più grande iniziò proprio con la fine dei bombardamenti. Tutte le conseguenze di quel disastro, si pagheranno anche in questa occasione. Famiglie già fortemente impoverite da anni di dopoguerra, dovranno riparare le loro case, pensiamo a quelle di tanti profughi, a fatica costruite... dovranno ricomprare vestiti, letti, mobili, elettrodomestici, generi alimentari per l’inverno ché l’orto è distrutto, la legna per la stufa, portata via dalla furia delle acque e tutto ciò che serve per vivere. In Bosnia, riaffiorano le mine antiuomo, molte zone da bonificare avranno i recinti e le segnalazioni divelte, forse scopriranno che le abbiamo costruite qui in Italia, con buona pace del ministro Mogherini...

 

 

 

 
 

Abbiamo, ovviamente e fin da subito, lanciato una raccolta fondi, noi da quelle parti ci stiamo da 15 anni, molte di quelle famiglie le abbiamo conosciute talmente bene che ora fanno parte della nostra vita e già durante i bombardamenti avevamo scelto da che parte stare e senza tentennamenti.
Manderemo i soldi raccolti alla Croce Rossa di Kraljevo, che li smisterà alle famiglie che riterrà più in difficoltà, così come facemmo quando un terremoto violento colpì proprio il comprensorio di Kraljevo nel 2010
Allora, come ora, fummo tra i primi ad attivarci e non eravamo in compagnia di certe “Onlus” che, in questi ultimi tempi, si sono affacciate in Serbia così come in Kosovo e Metohija, molto vicine a settori dell’estrema destra e molto lontane dallo spirito di solidarietà e amicizia che da sempre ci lega col popolo serbo e, in generale, con quello che ama ancora definirsi jugoslavo.
 
Pur non avendo contatti con realtà e istituzioni locali, infatti, queste “Onlus” si sono subito attivate col loro conto corrente alla ricerca di fondi che destineranno, evidentemente, alla loro missione, che poco ha a che fare con l’alluvione. Basta guardare a quanto accade nel resto dei Balcani, Ucraina docet, per comprendere quale fine muove certi personaggi in quei paesi, storicamente antifascisti.
Invitiamo tutti a unirsi a noi in questa gara di solidarietà che dovrà continuare, perché proprio adesso nascono le maggiori difficoltà per tante famiglie che noi, di Un Ponte per... sosteniamo da anni. Una solidarietà che non dovrà cessare quando la notizia non sarà più in prima pagina, anche perché in prima pagina, qui da noi, non c’è mai stata.
(Alessandro Di Meo – Un Ponte per... alessandro.dimeo@unponteper.it)

per contribuire:
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ccp 59927004 intestato a: associazione Un ponte per...

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conto corrente n 100790 Banca Popolare Etica
IBAN: IT52 R050 1803 2000 0000 0100 790
CIN: R ABI:05018 CAB:03200 SWIFT: CCRTIT2T84A

Causale: ALLUVIONE SERBIA
Tutti quelli che doneranno verranno informati dell'andamento della raccolta e della situazione generale.
Vi chiediamo di condividere con tutti i vostri contatti! Grazie a tutte e a tutti.
 
 

domenica 18 maggio 2014

Come farà il nostro fiume Ibar?"

"Tutto è iniziato giovedì scorso e siamo tutti tanto stanchi. Abbiamo lavorato ogni giorno, per tutto il giorno, senza quasi dormire, preoccupati per le nostre famiglie e i nostri cari, ma siamo soddisfatti, perché la gente vuole aiutare e offre il suo prezioso aiuto. Abbiamo portato cibo, materiali per l’ igiene, vestiti. Abbiamo molti volontari. La situazione è davvero grave , molti villaggi sono tagliati fuori dl resto della città, molti ponti e strade sono distrutti. Ci sono frane e fango ovunque, io non so cosa succederà. Ieri sera stavo guardando le notizie e la situazione in altre città, ho le lacrime agli occhi, non posso credere che non possiamo andare avanti mai con la nostra vita, sembra ci sia sempre qualcosa che è contro di noi. Proprio adesso ho sentito alcune previsioni economiche ... avremo bisogno di anni per tornare a stare tutti come giovedì! E non stavamo così bene, giovedì...
alluvione in Serbia: Obrenovac, nei pressi di Belgrado

E’ un triste momento per la Serbia. Cosa possiamo sperare e in cosa possiamo credere? La situazione peggiore è vicino Belgrado, il fiume Sava è il pericolo più grande  e può davvero distruggere ogni cosa, le città che sorgono nei suoi pressi sono state evacuate. Nel comune di Kraljevo abbiamo una ventina di luoghi molto danneggiati, fiumi sono come impazziti. Sai Grdica, dove abitano le sorelle Vukovic (-ragazzine da anni sostenute e ospitate in Italia da Un Ponte per...- n.d.r.)? Lì il fiume Morava è straripato... ti ricordi dove abita Danilo Komatina (- ragazzino sostenuto a distanza da Un Ponte per...- n.d.r.)? L’acqua è arrivata fino lì e pensare che la sua casa sorge su una collinetta!
Morava ha invaso con le sue acque fino a più di 1 km dalle sue sponde! L'acqua è arrivata ai primi piani e alle finestre, ma dipende dove la casa è costruita. Dicono che la Morava comincerà presto a rientrare, ma solo un po’ e le previsioni non sono buone. E’ terribile.
Dovunque c’è cattivo odore, tantissime zanzare, il sistema fognario è andato distrutto... la gente dice che ha ritrovato serpenti morti e altri animali portati dall’acqua dei fiiumi, ma pure tanti animali domestici sono morti, travolti dall’ acqua... io non so più cosa dire. Quando l'acqua scomparirà, la gente dovrà riparare le case, ma io non so come sarà possibile, tutto è distrutto, come faranno tante povere famiglie a ricomprare vestiti, letti, mobili e tutto ciò che serve per vivere?

Siamo in attesa che tutto si plachi, poi inizieremo ad andare di casa in casa per monitorare la situazione.  Abbiamo cibo sufficiente, per ora e speriamo che la Croce Rossa di Serbia ci fornirà materiale per riparare anche le case!  C’è tanto da lavorare! Il fiume Ibar è così grande che fa paura... e sulle montagne di Kopaonik (-catena montuosa a sud, ancora innevata- n.d.r.) ci sono ancora 50 centimetri di neve che si scioglierà presto e andrà ad ingrossare le acque del fiume. Solo per lunedì sono previste temperature fino a 30 gradi... come farà il nostro fiume Ibar ad accogliere ancora tutta quell’acqua?" (testimonianza dalla Croce Rossa di Kraljevo)

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Posta: ccp 59927004 intestato a: associazione Un ponte per

Banca: conto corrente n 100790 Banca Popolare Etica
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IMPORTANTE: Causale: ALLUVIONE SERBIA

mercoledì 14 maggio 2014

Il mio ricordo più caro

Da un racconto di Andjela, bambina serba ospitata per anni d'estate con le iniziative di Un Ponte per..., ora ragazza diciassettenne. Che, come noi, non dimentica. La guerra, le ingiustizie, le vite stravolte.
A 15 anni dai bombardamenti "umanitari" della NATO sulla Jugoslavia, un breve video che vale la pena di vedere.

https://www.youtube.com/watch?v=OjlTfLL5m9s

gruppo di ragazzi serbi ospitati da Un Ponte per... (Pisa, settembre 2013)

Vedi anche il resoconto dell'incontro del 10 maggio a Milano, promosso dal Coordinamento nazionale per la Jugoslavia (scarica gli mp3 degli interventi)

http://www.cnj.it/INIZIATIVE/milano100514.htm