lunedì 27 dicembre 2010

Programmi serali, con premio finale...

Programma serale, di quelli a premi. Domanda... cosa è il Golden Gala? Risposta... Il Golden Gala di atletica leggera è una iniziativa promossa dal Coni dopo il boicottaggio dei paesi occidentali delle olimpiadi di Mosca, nel 1980, boicottaggio causato dall'invasione dell'Afghanistan da parte dell'URSS.
Senza fare una piega, digeriamo tutto. Soprattutto l'assurdo...
E già, l'URSS non portava democrazia! La democrazia che ci ha condotti, fieri e orgogliosamente devoti alla patria, in armi contro Saddam (guardare l'Iraq corrotto, mafioso, tirannico e violatore di diritti umani di oggi)... oppure a difesa degli albanesi del Kosovo contro il despota Milosevic! In armi a difesa di coloro i quali avrebbero eletto come padri della patria eroi quali Bill Clinton, Madeleine Albright, William Walker o il trafficante di organi umani, meglio se espiantati ai serbi, attuale premier del Kosovo libero e indipendente, Hashim Thaci...
Auguri a tutti, per un 2011 di lotta dura (e vera!!!) contro questo schifo.

lunedì 20 dicembre 2010

Voci dal Silenzio - Un regalo

Carissimi, che mi leggete qualche volta, oppure per niente, oppure sempre (con un saluto particolare a quelli che... sempre!), ecco il mio regalo per le feste di fine anno: un video girato due settimane fa, diviso in 3 parti, sulla Serbia e sul Kosovo oggi, dal titolo: Voci dal Silenzio (http://www.unponteper.it/gallery/video.php)



E si, perché sono voci che cercano di emergere dal silenzio nel quale sono state confinate. Sono le voci dei terremotati di Kraljevo, che devono fare i conti con un terremoto che ha fatto danni, e tanti, ma di cui in pochi ci siamo interessati... Sono le voci dei dimenticati, i serbi che cercano di tornare nel Kosovo e Metohija, la loro terra da sempre, la terra dei loro avi, quella delle loro radici...



E infine, le voci dei serbi che resistono, in villaggi come riserve pellerossa, dove provano a costruire un futuro, difficile e contrastato, per i propri figli...

E poi, ci sono le nostre, di voci, quelle di chi si ostina a combattere contro i mulini a vento dell'oblìo e dell'indifferenza verso la storia di tante persone abbandonate a se stesse. Guardateveli, questi video: parlano di persone non molto lontane dalle nostre quotidianità che, spesso, ci fanno sentire immuni dalle tragedie e dalle sofferenze altrui, quasi che contino solo le nostre, a volte nemmeno tanto urgenti.

"Voci dal Silenzio" ( http://www.unponteper.it/gallery/video.php )...
prima parte: I terremotati di Kraljevo... Serbia, dicembre 2010;
seconda parte: Kosovo e Metohija, il ritorno dei profughi serbi;
terza parte: Villagi serbi nel Kosovo... Storia e Speranza, Solidarietà e Sostegno.


E per contribuire, vi ricordo anche il libro+documentario "L'Urlo del Kosovo "
(http://www.unponteper.it/bottega/description.php?II=315&UID=20101220184913)

E se, dai vostri regali natalizi avanzerà qualcosa, abbiamo qualche soluzione per farne dell'ottimo investimento. Sul futuro.

sabato 18 dicembre 2010

Voci dal Silenzio - Nel buio

Non so perché, in questo buio che circonda, mentre penso a ciò che scriverò di questo viaggio, ho gli occhi umidi…
Mentre ritrovo il calore dei luoghi consueti e ammiccanti, delle quotidiane lotte contro il tempo, che fugge via scontato, ripenso a quelle tende…
A quegli uomini che aspettano…
A quelle famiglie, di notte beffate di giustizia, di giorno illuse di libertà…
A quegli occhi bambini, tenuti lontani con amore, dall’odio…
A quei soldati, trasformati dall’umano contatto, ma pure dall’umana conoscenza, in ex nemici… da complici di un terrorismo finto-indipendentista, etnico-razziatore, delinquente e fascista, svasticheggiante assassino, prezzolato o fanatico che differenza fa, poi ripulito nella ridicola polizia del Kosovo…
Da complici di tutto questo, quei soldati sono diventati deterrente alla violenza e confortevole sicurezza. Per villaggi e monasteri.
Proprio per questo, andranno via, lasciando “giustizia e sicurezza” nelle mani nel neo-Nato-narco-Stato.
Quanta giustizia riceveranno quei volti, così determinati a vivere nella loro terra?
E quale sicurezza potrà rendere, a quegli sguardi, più coraggio di vita?
Fanno paura, tanta determinazione e coraggio!
Fa paura, quel non volersene andare, quel resistere, ad ogni costo, quell’attendere ai propri diritti. Negati, rimandati, posticipati, nascosti, prepotentemente ignorati. E repressi.

Hanno bisogno di stare soli, non vogliono contaminazioni, i monoetnici abitanti del nuovo Kosovo "libero e indipendente"!
Libero di cacciare serbi, da sempre in quelle terre, indipendente da nessuno, preda di mafie, malaffare, Usa e basi Nato...
Hanno paura di Rade, anziano signore ormai solo, insieme ai suoi cani, che offre rakija e sorrisi. Amari, ma leali e sinceri…
Hanno paura di suor Isidora, anziana monaca di Gorioć, che aspetta il nuovo giorno legata alla sua fede, che non l’ha mai abbandonata al dubbio…
Hanno paura di Anastasija, piccola principessa nelle braccia, calde e certe, di sua madre…
Si, qualcuno ha paura dei serbi in Kosovo.
Non sono bastati bombardamenti Nato in appoggio, le più imponenti diplomazie al mondo acclamanti… potenti lobby americane a sostegno... propaganda globale e soldi, tanti… no, ancora non riescono a liberarsi dei serbi e dei loro simboli.
Come i monasteri, molti già distrutti, spesso più isolati dei villaggi, accerchiati dall’odio rancoroso e villano, in balia e vittime del revisionismo a orologeria, che ne vorrebbe la cancellazione dalla memoria.
Sono tornato a voi.
Quanto siamo simili, cocciuti di ideale, d’una convinzione, di un puntiglio!
Scopro perché amo la vostra esistenza, il vostro orgoglio, la vostra fierezza.
Il vostro testardo e invincibile fruire del tempo. A voi, a me, il tempo non sconfigge certezza. A voi, a me, il tempo non sconfigge idea. Rimaniamo così, anche soli, se necessario. Ma privi del compromesso, che vuole in cambio l’anima. Siamo simili, ci siamo riconosciuti. Resteremo testardi. E invincibili.

martedì 14 dicembre 2010

Voci dal Silenzio

Le recenti elezioni farsa in Kosovo hanno visto la vittoria, con sospetto di brogli ma questo è il meno... dell'attuale premier kosovaro albanese Hashim Tachi. Ha vinto con il favore di poco più del 30 per cento dei votanti, che sono stati meno della metà degli aventi diritto. In questo, il neoNato narcostato è davvero simile alle grandi "democrazie" occidentali che ormai sanno fare a meno della partecipazione di massa e quando ci sono, queste partecipazioni di massa, come le rivolte studentesche di questi giorni, ne restano infastidite a tal punto da rispondere con l'unica faccia, la "migliore" che il potere sembra saper mostrare: zone rosse e cellerini!
Il giorno dopo la sua vittoria, però, questo "paladino dei diritti democratici", grande amico della Madeleine Albright (chi è la Albright? colei che, da segretario di stato Usa nel periodo 1997-2001, ebbe a dire, dell'oltre mezzo milione di bambini iracheni morti a causa del feroce embargo di cui fu vittima l'Iraq negli anni 90: E' stato il giusto prezzo da pagare!)... ma pure grande amico di Bill Clinton, al quale ha dedicato una statua di bronzo alta 4 metri nel centro di Pristina... che ha fatto erigere una statua della libertà su uno dei maggiori hotel di Pristina, costruiti sulle terre derubate ai serbi, omaggio a George Bush (il nostro D'Alema, bombardatore della Jugoslavia nel 99, capogoverno di una coalizione che fu permessa dal fiduciario della CIA in Italia, Cossiga, creperà di invidia: a lui non hanno dedicato neppure una via o una piazzetta)... questo grande democratico che guida il Kosovo "liberato e indipendente" è accusato di traffico di organi umani, espiantati a serbi fatti sparire negli anni precedenti le bombe della Nato, ma pure dopo (il lupo perde il pelo ma non il vizio) negli anni recenti, dove in cliniche di Pristina, per pochi soldi, a poveracci venivano tolti, chissà quanto volontariamente, gli organi per finanziare le attività mafiose di cui l'attuale Kosovo abbonda.
Avete capito? Roba da niente! Non c'è che da fare i complimenti a chi ha causato tutto questo, da D'Alema, per restare in Italia, fino a tutto l'arco costituzionale, con qualche nobile eccezione del tempo. Tutti sempre d'accordo e a gareggiare per dimostrare l'affidabilità del nostro paese (a sovranità limitata) al padrone USA.
Oggi, questo servilismo è ben rappresentato da loschi figuri quali il ministro della difesa La Russa o il ministro degli esteri Frattini. Pronti a sostituirli, non temete, ce ne sono moltissimi, già tutti in fila!
Ecco, la situazione che c'è in Kosovo.
E a Roma, proprio ieri, l'ambasciatore di questo neoNato narcostato "liberato" dai serbi che lo abitavano da secoli, ha presentato un calendario con le bellezze del Kosovo fra le quali, bontà sua, qualche monastero ortodosso.
Chissà se ci avrà pure messo qualche foto dei villaggi serbi, isolati e osteggiati, dove intere famiglie resistono anche alle continue razzie e violenze di ladri e terroristi, senza nessuna tutela legale nonostante la presenza, che va sempre più diminuendo, della forza militare cosiddetta di interposizione, la Kfor. Chissà se accanto alla foto del monastero ci avrà scritto che, tra non molto, sarà la polizia del Kosovo, composta per la maggior parte da reduci della formazione terroristica dell'Uck, a "garantire" la sicurezza per monaci e monache che ci vivono.
Chissà perchè, mentre scrivo queste cose, nei miei occhi lucidi tornano le immagini dei villaggi visitati, dove ostinati e cocciuti, i serbi aspettano che finiscano di costruire loro le nuove case, accanto e al posto di quelle distrutte e razziate. Fondi internazionali che il governo di Pristina dovrà spendere per forza, ma che sono dati in pasto a ditte albanesi che procedono nei lavori come lumache su una pista olimpionica, rimandando sempre la consegna una volta per una cosa, una volta per l'altra. Con la corrente che viene razionata ferocemente, con l'acqua che non c'è, con le testimonianze che ci dicono come sia difficile per gli albanesi accettare questo ritorno dei serbi. Perchè restano preda dei poteri locali retti da mafie e narcotraffico, che non vogliono "estranei" sul territorio, che non permettono convivenze pericolose. Così, anche se i serbi vanno a fare la spesa e parlano la loro lingua, gli albanesi non possono avere rapporti con loro.


Perchè fanno così paura questi serbi? Perchè le persone incontrate non possono costruirsi un loro futuro in quella che da sempre è stata la loro terra? Perchè anche quando minoranza osteggiata e perseguitata, suscitano così tanto astio e timore?
Forse perchè, nella loro storia, non si sono mai spezzati. Hanno sofferto, patito, si sono difesi fino alla fine, ma sono rimasti. Sanno cosa è la resistenza. Ma credo lo sappiano bene anche tutti gli altri. Perciò ne hanno paura.