martedì 14 dicembre 2010

Voci dal Silenzio

Le recenti elezioni farsa in Kosovo hanno visto la vittoria, con sospetto di brogli ma questo è il meno... dell'attuale premier kosovaro albanese Hashim Tachi. Ha vinto con il favore di poco più del 30 per cento dei votanti, che sono stati meno della metà degli aventi diritto. In questo, il neoNato narcostato è davvero simile alle grandi "democrazie" occidentali che ormai sanno fare a meno della partecipazione di massa e quando ci sono, queste partecipazioni di massa, come le rivolte studentesche di questi giorni, ne restano infastidite a tal punto da rispondere con l'unica faccia, la "migliore" che il potere sembra saper mostrare: zone rosse e cellerini!
Il giorno dopo la sua vittoria, però, questo "paladino dei diritti democratici", grande amico della Madeleine Albright (chi è la Albright? colei che, da segretario di stato Usa nel periodo 1997-2001, ebbe a dire, dell'oltre mezzo milione di bambini iracheni morti a causa del feroce embargo di cui fu vittima l'Iraq negli anni 90: E' stato il giusto prezzo da pagare!)... ma pure grande amico di Bill Clinton, al quale ha dedicato una statua di bronzo alta 4 metri nel centro di Pristina... che ha fatto erigere una statua della libertà su uno dei maggiori hotel di Pristina, costruiti sulle terre derubate ai serbi, omaggio a George Bush (il nostro D'Alema, bombardatore della Jugoslavia nel 99, capogoverno di una coalizione che fu permessa dal fiduciario della CIA in Italia, Cossiga, creperà di invidia: a lui non hanno dedicato neppure una via o una piazzetta)... questo grande democratico che guida il Kosovo "liberato e indipendente" è accusato di traffico di organi umani, espiantati a serbi fatti sparire negli anni precedenti le bombe della Nato, ma pure dopo (il lupo perde il pelo ma non il vizio) negli anni recenti, dove in cliniche di Pristina, per pochi soldi, a poveracci venivano tolti, chissà quanto volontariamente, gli organi per finanziare le attività mafiose di cui l'attuale Kosovo abbonda.
Avete capito? Roba da niente! Non c'è che da fare i complimenti a chi ha causato tutto questo, da D'Alema, per restare in Italia, fino a tutto l'arco costituzionale, con qualche nobile eccezione del tempo. Tutti sempre d'accordo e a gareggiare per dimostrare l'affidabilità del nostro paese (a sovranità limitata) al padrone USA.
Oggi, questo servilismo è ben rappresentato da loschi figuri quali il ministro della difesa La Russa o il ministro degli esteri Frattini. Pronti a sostituirli, non temete, ce ne sono moltissimi, già tutti in fila!
Ecco, la situazione che c'è in Kosovo.
E a Roma, proprio ieri, l'ambasciatore di questo neoNato narcostato "liberato" dai serbi che lo abitavano da secoli, ha presentato un calendario con le bellezze del Kosovo fra le quali, bontà sua, qualche monastero ortodosso.
Chissà se ci avrà pure messo qualche foto dei villaggi serbi, isolati e osteggiati, dove intere famiglie resistono anche alle continue razzie e violenze di ladri e terroristi, senza nessuna tutela legale nonostante la presenza, che va sempre più diminuendo, della forza militare cosiddetta di interposizione, la Kfor. Chissà se accanto alla foto del monastero ci avrà scritto che, tra non molto, sarà la polizia del Kosovo, composta per la maggior parte da reduci della formazione terroristica dell'Uck, a "garantire" la sicurezza per monaci e monache che ci vivono.
Chissà perchè, mentre scrivo queste cose, nei miei occhi lucidi tornano le immagini dei villaggi visitati, dove ostinati e cocciuti, i serbi aspettano che finiscano di costruire loro le nuove case, accanto e al posto di quelle distrutte e razziate. Fondi internazionali che il governo di Pristina dovrà spendere per forza, ma che sono dati in pasto a ditte albanesi che procedono nei lavori come lumache su una pista olimpionica, rimandando sempre la consegna una volta per una cosa, una volta per l'altra. Con la corrente che viene razionata ferocemente, con l'acqua che non c'è, con le testimonianze che ci dicono come sia difficile per gli albanesi accettare questo ritorno dei serbi. Perchè restano preda dei poteri locali retti da mafie e narcotraffico, che non vogliono "estranei" sul territorio, che non permettono convivenze pericolose. Così, anche se i serbi vanno a fare la spesa e parlano la loro lingua, gli albanesi non possono avere rapporti con loro.


Perchè fanno così paura questi serbi? Perchè le persone incontrate non possono costruirsi un loro futuro in quella che da sempre è stata la loro terra? Perchè anche quando minoranza osteggiata e perseguitata, suscitano così tanto astio e timore?
Forse perchè, nella loro storia, non si sono mai spezzati. Hanno sofferto, patito, si sono difesi fino alla fine, ma sono rimasti. Sanno cosa è la resistenza. Ma credo lo sappiano bene anche tutti gli altri. Perciò ne hanno paura.

3 commenti:

massimo ha detto...

grazie di cuore, intervento fondamentale come sempre,
ma temo purtroppo ancora una voce che grida nel deserto

massimo ha detto...

grazie di cuore, intervento fondamentale come sempre,
ma temo purtroppo ancora una voce che grida nel deserto

Alessandro Di Meo ha detto...

caro Massimo, il deserto è il luogo in cui il silenzio la fa da padrone. Per questo dovremmo starcene zitti? Penso proprio di no. Ciao e grazie per l'attenzione.