venerdì 21 agosto 2015

Le case dei pesci.



Lo so, a volte non resta il tempo per stare a guardare gli occhi di una ragazzina che ha scoperto il mare... che ha scoperto che, passeggiando sulla spiaggia, in mezzo alla sabbia può trovare... le case dei pesci.

Si, le case dei pesci, quelle conchiglie che tutti abbiamo in casa, perché tutti, una volta o l’altra, abbiamo pensato: stavolta me ne porto un po’ a casa anche io.
Ecco, se resta un po’ di tempo per guardare quegli occhi, sfocati in una foto che non vuole mostrare tutto, ma solo un po’, solo un po’ della gioia che prende quando uno, camminando sulla spiaggia, vede e raccoglie quelle case... allora fate mente locale: quegli occhi così felici li ha resi possibili l’associazione Un Ponte per.

Non è retorica, è la verità.

A Baosici (si legge: Baoscicci), in Montenegro, cinquanta ragazzini hanno vissuto il mare per dieci giorni. Una bella vacanza, grazie anche a Giuseppe, un amico che aveva a cuore i ragazzini serbi.
Erano cinquanta, la metà provenienti da famiglie disagiate di Kraljevo, Serbia del sud, la metà proveniente dai villaggi di serbi ancora (r)esistenti in Kosovo e Metohija. Quel Kosovo e Metohija che sembrano non esistere più, lasciati nelle mani di (s)pregiudicati avvoltoi che sfruttano tuttora quello che fu definito “intervento umanitario”.
Ragazzini che vivono male. Li abbiamo fatti sorridere. Per dieci giorni. Non è molto, ma non è neppure poco.