santi Arcangeli, Prizren: un momento di relax, fra una rakija e... l'altra!
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monastero di Gračanica, l'esterno |
... o alla torre di Gazimestan, luogo simbolo della battaglia del Kosovo del 1389 ma anche luogo dove Slobodan Milosević
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sulla torre di Gazimestan |
tenne il discorso davanti a un milione di serbi nel 1989, a 600 anni di distanza dalla battaglia, hanno portato il gruppo fin dentro la storia di questo paese, sempre tormentato dalle tensioni tipiche di un luogo perennemente in trincea.
Ovviamente, costante è stato il ricordo del passato storico più recente, legato alle guerre degli anni ’90 che hanno sconvolto la Jugoslavia, fino all’aggressione della Nato del ’99, la cui ricostruzione ha offerto una chiave di lettura diversa da quelle ufficiali, suscitando l’attenzione ma, spesso, anche la sorpresa dei viaggiatori, molti dei quali all’oscuro di molte verità scomode per chi, quell’aggressione, l’ha portata a termine senza troppi scrupoli.
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Gračanica, monumento ai "desaparecidos" serbi |
A questo va anche ricondotta la visita veloce, occasionale ma molto intensa e commossa, del recente monumento agli scomparsi serbi a Gračanica, sulla via del ritorno verso Kraljevo, che ha dato modo di affrontare la questione delle violenze che la popolazione serba ha subito ben prima dei bombardamenti della Nato, fatto tenuto all’oscuro dai media internazionali, italiani in primis.
L’accoglienza con cui è stato accolto il gruppo nei vari luoghi così sacri alla cultura serba è stata fra le migliori, come sempre del resto, indice di una amicizia di anni che ci fa sentire a casa quando siamo, ad esempio, fra i monaci di Dečani.
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monastero di Visoki Dečani: foto di gruppo
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monastero di Visoki Dečani: liturgia della domenica delle palme |
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Non sono mancati momenti di leggenda e poesia, come la visita alla chiesetta di legno originale del XVI secolo, nel cimitero del villaggio serbo a Goraždevac; oppure il percorso introduttivo alla breve ma intensa visita a quella che fu la fondazione della regina Jelena Anžujska, vero e proprio gioiello recuperato dallo stato di degrado e abbandono nel quale era ridotto agli inizi del secolo XX, dopo quasi cinque secoli di dominazione turca, due guerre balcaniche, una guerra mondiale.

Rosa D'Amico nel pullman, sulla via per Gradac

monastero di Gradac, la fondazione di Jelena Anžujska

Gradac, l'interno
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Ha accompagnato il gruppo Alessandro Di Meo, volontario e componente del Comitato Nazionale di Un Ponte per... che, col suo Dottorato di Ricerca sulla tutela del patrimonio culturale a rischio estinzione nel Kosovo e Metohija, ha offerto lo spunto al prof. Franco Salvatori, direttore del Dipartimento di Scienze Storiche, Filosofico-Sociali, dei Beni Culturali e del Territorio dell’Università di Roma “Tor Vergata”, per anni anche presidente di Società Geografica Italiana, per organizzare un viaggio proprio nei luoghi oggetto dello studio. Da segnalare, anche il valido e prezioso contributo del prof. Tommaso Caliò, docente di Storia del Cristianesimo e la presenza della gentile e splendida Valeria Mencucci, punto di riferimento per tutto il gruppo.
Gradac, momenti di tenerezza...
L’entusiastica adesione di così tante persone, tutte molto preparate culturalmente e per questo molto curiose e affamate di conoscenza, non poteva non richiedere la presenza di una studiosa esperta di arte medievale serba e dei rapporti con l’arte italiana: Rosa D’Amico. La presenza di Rosa, la sua disponibilità, la sua preparazione, il suo amore verso quegli esempi artistici, oltre la passione per la questione serba che, di certo, molto la accomuna con Alessandro Di Meo e con Un Ponte per... in Serbia, è stata tanto essenziale quanto elemento che maggiormente ha contribuito a rendere il viaggio indimenticabile per chi vi ha partecipato.
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Gradac, "saldi" di... inizio stagione! |
Ci sono stati anche momenti più leggeri, specie nei
negozietti dei monasteri, presi d’assalto quasi fossero centri commerciali nei
giorni di saldo dove, grazie anche alla presenza di Novka, nostra amica e
sorella serba che ha aiutato nelle questioni più pratiche, si sono potute
acquistare tante piccole testimonianze di questo viaggio; così come non sono
mancati riferimenti alle attività che ancora oggi Un Ponte per... porta avanti in quelle terre: dalle recenti
forniture di serre per l’agricoltura a famiglie in difficoltà lavorative del
comprensorio di Kraljevo e dei villaggi serbi del Kosovo e Metohija, all’organizzazione
di vacanze estive per bambini in situazioni di disagio sociale; dai pozzi
artesiani realizzati coi monaci di Dečani, ai moltissimi sostegni a distanza
per famiglie povere, sempre molto preziosi e semplici da attivare.
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Kraljevo, iniziativa Un Ponte per: serra già in funzione |
C’è stato tempo anche per illustrare un piccolo sogno, che potrebbe divenire realtà con l’aiuto di chi leggerà queste poche righe: la ricostruzione simbolica di una delle 14 piccole chiese del villaggio di Velika Hoča, nel cuore della Metohija, che non si è potuto raggiungere in questo viaggio. Sarebbe giusto, oltre che altamente simbolico, ricostruire là dove tempo, tragedia, violenza e abbandono hanno distrutto. Come a significare che la Cultura, l’Arte, la Fratellanza, avranno alla fine sempre la meglio sulla barbarie. Di questi tempi, realizzare un sogno come questo non sarebbe male.
a destra, monastero di Ravanica, la "scuola della Morava":
Rosa D'Amico indica... la luna!
p.s. Una buona notizia: c'erano le elezioni in Serbia, domenica 24 aprile. Una nostra cara amica, Sanda Rašković Ivić, già ambasciatrice di Serbia in Italia, è stata eletta insieme ad altri 10 deputati del suo partito, di cui è segretaria, nel nuovo Parlamento serbo. Una piccola speranza in più per il Kosovo e la Metohija.
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