Era una notte buia e tempestosa.
Ero in cucina, lavavo piatti. Dalla siepe una luce forte mi stava entrando in casa. Chi poteva mai essere a quell’ora, con quel buio, con quella tempesta di pioggia e vento? Ho aperto la finestra e subito una voce mi è giunta forte e chiara…
“Alessà, er cane tuo sta a cercà i cuccioli! Co’ sta pioggia non li trova più! Se sta a infilà in mezzo alla rete, se fa male.!”…
Il cane mio? I cuccioli? Ma quali cuccioli… Lepa mica era incinta!
Esco fuori di corsa, metto gli stivali, circondato dai gatti che mi urlano…
Esco fuori di corsa, metto gli stivali, circondato dai gatti che mi urlano…
“Lassa perde, nun ciannà, è na trappola!”, ma io niente, non li ascolto. Corro e cerco, alla luce del faro della vicina e trovo… una buca grande, piena di fango e acqua, la pioggia che scende, a diluvio… la buca l’ha fatta Lepa, giorni e giorni fa, cercando il posto dove far nascere i propri cuccioli, che nemmeno sospettavo… ora capisco il punto che fissava, che voleva raggiungere, abbaiando, tutta la notte se necessario, notti fa… l’avevo legata, perché era scappata e si era ferita, l’avevo legata per proteggerla ma lei niente, doveva andare, quel punto che indicava doveva raggiungerlo… e io a darle della cretina, quando il cretino ero io! Quel punto era quella buca, dove aveva fatto nascere i suoi cuccioli!
La vicina illumina, io cerco di liberare la buca dalla pietra che è franata sopra, zuppo di fango e acqua finalmente la tolgo, Lepa mi sta vicino… come a indicare, a consigliare, apprensiva e preoccupata e poi… ecco, affondo la mia mano e dal fango tiro fuori… un batuffolo nero, sporco, bagnato, lo metto di lato e ne cerco altri… e ne trovo un altro, identico, batuffolo nero e sporco, bagnato… mi scivolano ancora nella buca, li riporto su, Lepa cerca di prenderli… sento guaiti, forse ce ne sono altri, ma la mano non trova nulla. La pioggia si fa intensa, devo portarli al riparo, apro la cantina e Lepa si infila sotto una damigiana, quel posto le piace, la capisco, piace anche a me, ma adesso sarà suo… libero lo spazio, gli metto carta di giornale e stracci a terra, asciugo i cuccioli. E le faccio da mangiare… Sono tutto bagnato, sporco di fango, i gatti a ribadire…
La vicina illumina, io cerco di liberare la buca dalla pietra che è franata sopra, zuppo di fango e acqua finalmente la tolgo, Lepa mi sta vicino… come a indicare, a consigliare, apprensiva e preoccupata e poi… ecco, affondo la mia mano e dal fango tiro fuori… un batuffolo nero, sporco, bagnato, lo metto di lato e ne cerco altri… e ne trovo un altro, identico, batuffolo nero e sporco, bagnato… mi scivolano ancora nella buca, li riporto su, Lepa cerca di prenderli… sento guaiti, forse ce ne sono altri, ma la mano non trova nulla. La pioggia si fa intensa, devo portarli al riparo, apro la cantina e Lepa si infila sotto una damigiana, quel posto le piace, la capisco, piace anche a me, ma adesso sarà suo… libero lo spazio, gli metto carta di giornale e stracci a terra, asciugo i cuccioli. E le faccio da mangiare… Sono tutto bagnato, sporco di fango, i gatti a ribadire…
“Te l’avevamo detto, era una trappola! E adesso? Tutti ‘sti cani…”.
La notte passò tranquilla. Tra un cambio di giornali e stracci, tra un cibo preparato con più amore, ho dormito anche io. Ma il giorno dopo…
La notte passò tranquilla. Tra un cambio di giornali e stracci, tra un cibo preparato con più amore, ho dormito anche io. Ma il giorno dopo…
il guaito che avevo lasciato, costretto dalla pioggia e dall’emergenza per i cuccioli trovati e da mettere al riparo, ebbe un volto… è quello di questa foto.
Lepa era tornata a prendere l’ultimo cucciolo. E l’aveva portato in cantina. Un posto ottimo, per festeggiare una nascita.
Lepa era tornata a prendere l’ultimo cucciolo. E l’aveva portato in cantina. Un posto ottimo, per festeggiare una nascita.
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